Vi è mai capitato di sentir parlare di obiettivi da porsi, scopi da raggiungere e traguardi da tagliare? Magari con qualche scadenza di contorno nella formula: «entro sei mesi dovrai arrivare a 9K followers, pubblicare 5k articoli e trovare una soluzione per la crisi politica di Hong Kong»? E, come se non bastasse, vi sarà stato anche detto che non c’è tempo da perdere, che bisogna affrettarsi per portare a casa i risultati e che se non cominciate a lavorare la vostra fatica rischia di aumentare esponenzialmente ogni giorno, ad ogni ora, ad ogni minuto, ad ogni secondo… Per carità: fermatevi un attimo e prendete fiato!
Ho da poco finito di leggere un libro il cui autore sembra essere ad oggi l’avversario migliore di questo genere di mentalità estremamente competitiva e allo stesso tempo soffocante. Il libro si chiama Il cigno nero (ed. orig. The Black Swan, 2007) e l’autore Nassim Nicholas Taleb. L’idea fondamentale del saggio è che, per quanto ci si sforzi di prevedere il corso degli eventi, la realtà resta fondamentalmente determinata da eventi sconosciuti, improbabili, imprevedibili – i cigni neri, appunto. Questi eventi hanno tre caratteristiche fondamentali: 1) sono di grande impatto; 2) è impossibile prevederli; 3) tendono ad essere giustificati a posteriori attraverso distorsioni psicologiche.
Prendete la Grande Guerra. Il suo impatto è stato talmente esteso da essere stata considerata come il primo conflitto mondiale della storia. Prevederla era impossibile: l’Italia, per esempio, ha aspettato un anno prima di prendervi parte, adattando misure economiche e militari straordinarie per l’occasione. Infine, a conflitto terminato gli storici sono riusciti a fornire una razionalizzazione adeguata degli eventi precedenti l’attentato di Sarajevo, servendosi della cosiddetta «fallacia narrativa» (guardando, cioè, la storia dal dopo al prima e non viceversa). Oggi, infatti, le professoresse del liceo possono interrogare sulle celeberrime ‘cause e conseguenze della Prima Guerra Mondiale’. Per Taleb la Grande Guerra è un cigno nero.
Cosa c’entrano i cigni col mio calendario?
Il professore dell’intellectual dark web Jordan B. Peterson pensa che la realtà sia governata dal caos e che l’essere umano debba mettervi ordine seguendo le sue 12 regole per la vita e le Altre 12 regole per la vita. Secondo il canadese la caoticità del mondo va affrontata sistemandosi il letto al mattino e scegliendo con meticolosità i colori per gli impegni sulla vostra app del calendario – vi confesso che io uso il giallo per i concerti e il verde per le videoconferenze più noiose. Anche Taleb sposa l’idea del caos fondamentale, ma il suo scetticismo empirico lo porta a negare ciò che per il sistema di Peterson è assolutamente necessario: la causalità. Non è detto che se mi alleno tanto vincerò la maratona. Magari scoppierà – così, giusto per fare un esempio – il cigno della pandemia (!) e la gara potrebbe essere annullata.
Famosa è l’immagine del tacchino di Popper. Il gallinaceo viene saziato ogni giorno e ogni giorno lui aspetta trepidante e gioioso il suo pasto succulento. Poi, però, arriva il Giorno del ringraziamento.
2 Comments
Mi chiedo quanto sia tenibile umanamente una tale visione…
Argomenta